La più affascinante ha come protagonista San Colombano. Siamo intorno al 600 dc, ovviamente a corte a Pavia, dove il Santo ed i monaci sono stati invitati ad un sontuoso pranzo. C’è però un problema ovvero che è periodo di Quaresima ed i monaci non possono gozzovigliare tra le carni ed i vini offerti loro in gran quantità.
San Colombano, per non urtare la sensibilità dell’ospite rifiutando il cibo, decise di mangiarle solo dopo averle benedette e, benedicendole, le trasformò in pane candido e leggero, molto più coerente con la penitenza della quaresima.
La Regina comprese così la santità dell’abate e gli donò il territorio di Bobbio su cui successivamente sorse l’Abbazia.
Un pochino più storica racconta di Alboino e dell’assedio di Pavia. Alla Vigilia di Pasqua vengono donati al re Longobardo diversi regali in segno di sottomissione, tra cui, da un panettiere delle colombe di pane simbolo di pace e dodici fanciulle. Il re apprezzò così tanto le colombe da… non voler approfondire la conoscenza delle ragazze, ma soprattutto risparmiò la città dalla distruzione.
Sicuramente, dato che la colomba è simbolo ricorrente in moltissimi scritti religiosi, soprattutto cristiani, è possibile che nell’arco della storia si siano intervallate molte ricette che culminassero in questa forma, fino a giungere intorno al ‘900 all’attuale ricetta del dolce.
E quindi la ricetta della colomba pasquale oggi prevede glassa, mandorle, tripla lievitazione… e i nostri 7 gusti.